Se i compratori cercano EMOZIONI, non puoi vendere prodotti,
devi vendere STORIE.
Dovresti sapere, tutti dovrebbero sapere bene, che la pubblicità è nata mostrando prodotti ai potenziali consumatori. Prodotti che dovevano solleticare il desiderio, prodotti che dovevano diventare familiari, prodotti che dovevano rispondere a qualche bisogno.
Con il product placement nel tempo si sono infilati prodotti ovunque: non più in uno spot ma in un programma, in un film, in uno spettacolo. È successo altrettanto con il web e con i social che hanno bombardato di immagini e slogan che attirassero l’attenzione del pubblico.
Ma è anche arrivato il tempo in cui la clientela è più informata, meno facilmente suggestionabile, più zeppa di cose: diffidente, stufa o semplicemente non più alla ricerca di oggetti.
BASTA, la visione di un prodotto non basta più, per scatenare la voglia di acquisto ci vogliono emozioni.
Le persone si innamorano di significati, di storie, di personaggi che vivono avventure, di simboli. Le persone cercano di provare le sensazioni che suscitano loro certi racconti, certe ambientazioni. Ecco che il prodotto viene collocato in una situazione, in una storia: ha la forza di diventare un sogno.
Il prodotto entra nell’immaginario, diventa risposta a una necessità emotiva, soluzione a una passione. Prende il significato della narrazione che lo ha portato in scena.
Nella comunicazione questa consapevolezza è essenziale. Inutile descrivere se non susciti sensazioni: il Cliente non cerca un prodotto ma quello che quel prodotto rappresenta, come lo farà sentire, cosa gli farà fare. Vuole esperienze, atmosfere, piaceri.
Ecco perché le pubblicità diventano racconti, ecco perché devi vendere qualcosa di molto più prezioso e interessante di qualsiasi prodotto…
In versione ghostwriter, content e copywriter, quello che costruisco intorno a una cosa è un piccolo grande mondo del quale il pubblico vuole essere abitante e protagonista.