Il testo efficace è quello ROTTO

Il testo ROTTO non è soltanto quello visivamente intervallato da spazi quindi suddiviso in paragrafi o vivacizzato da immagini.

Il “muro di testo”, ovvero il lungo blocco di frasi senza interruzioni, fa scappare il lettore frettoloso o quello che si applica poco e si annoia subito. È il limite del nostro tempo, un tempo abbagliato dalla comunicazione flash che colpisce al volo.

Questo è vero ma per me il testo ROTTO è quello che accoglie elementi di contrasto, che alterna ritmi, che gioca con il tono. Un testo che non si adagia su uno stile e pungola la curiosità. Non è detto debba contenere vere contraddizioni o grandi disarmonie, spesso bastano piccoli tocchi disarmanti o esplosivi per destare e movimentare l’attenzione.

Chi come me ogni giorno lavora con la scrittura, si confronta con la necessità di chiarezza, di concisione, di originalità, fa i conti con le modalità persuasive o informative, affina la creatività e il linguaggio, sa quale e quanto peso abbia la scelta di ogni parola. Ma nelle combinazioni, nelle tecniche e negli ambiti, può sempre infilare la rottura del testo…come una di quelle lezioni trasversali, buone in un grande numero di situazioni.

Il testo efficace è quello ROTTO perché (non solo non è respingente come il muro) attrae, colpisce, stupisce. Costringe a soffermarsi o resta come una spina nel fianco.

Non lo vivo quasi mai come una frattura, non penso a un cambio di passo traumatico, lo descriverei più come un fluido slalom. Avete presente l’attimo in cui si resta senza respiro solo all’idea di sfiorare un impatto? Oppure l’agognato relax cui ci si abbandona dopo una forte tensione? Ecco, più o meno sensazioni di questo genere. Un gradino che deve far alzare la gamba, un sedile che invita ad accomodarsi, una scena che fa sgranare gli occhi.

Se è buona regola non scivolare mai in un’esposizione <piatta>, è felice regola usare una delicata e brillante audacia. Qualche volta si prestano allo scopo anche brevissimi inserimenti enigmatici!

Lui l’amava.

Amava lei e il lambrusco.

Potrebbe trattarsi di una provocazione esilarante oppure di una vena sarcastica o, ancora, il preludio di un risvolto amaro. Non vi viene voglia di scoprirlo?

Scommetto che procedereste per scoprire di che diavolo d’amore si parla e quale parte ha il lambrusco nella storia. E scommetto anche che vi appassionereste ad altre salite, discese, svolte del testo. In fondo le pennellate di una narrazione compongono proprio il quadro che volete vedere intero.

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