Abbiamo 8 secondi per attirare l’attenzione degli utenti sui social.
Siamo tutti utenti onnivori affamati che scrollano l’home page dei social a una velocità impressionante, bombardati da una serie infinita di stimoli.
Ci fermiamo su quello che ci attrae. In questo senso sono armi potentissime le immagini e i video.
Lo storytelling, arte di raccontare storie il più possibili persuasive, deve sempre più affinarsi e prendere la mira. Deve emozionare (quindi coinvolgere), avere efficacia pratica (quindi offrire soluzioni), avere un valore aggiunto (quindi essere originale o allettante).
Non vi è dubbio che negli ultimi anni sia aumentato vertiginosamente il “consumo” di video e questo attesta il visual storytelling come grande strumento di content marketing.
Naturalmente continuano a contare anche le parole: il testo semplice che coglie nel segno e calamita la lettura. I micro testi sono ormai parte essenziale della strategia di comunicazione.
Proprio l’attenzione ridotta e la quantità di informazioni, ami e possibilità, ci porta sempre più a considerare forme e formule di espressioni facilmente assorbibili, di altissimo appeal e di forte impatto sentimentale o concreto.
Cosa vuol dire tutto questo?
Vuol dire applicare molta più psicologia alla veicolazione dei messaggi.
Vuol dire avere costantemente il polso del pubblico per capire cosa lo affascina, cosa gli serve, come è opportuno intercettare sogni e bisogni.
I testi brevi giocano sempre più sul campo delle sensazioni.
Abbiamo 8 secondi per suscitarle e indurre curiosità, piacere, soddisfazione.
Se ci immaginassimo davanti a una platea dovremmo chiederci: cosa può rapire? Come è possibile catturare l’interesse?
Riuscirci in 8 implacabili secondi è difficilissimo. Esattamente è da temerari di quest’epoca online. Ma lo è ancor più credere che questo basti. Quegli 8 secondi sono la nostra occasione per avvicinare gli utenti, poi però dobbiamo essere in grado di dare loro molto di più, di mantenere le promesse, di non farli andar via o di farli tornare.
Se mettiamo un diamante in vetrina ma il negozio è vuoto i nostri risultati di vendita non saranno strabilianti. Se mettiamo una perla di saggezza sulla targa dello studio ma le nostre competenze professionali si fermano a quella il nostro successo di non salirà alle stelle.
Ovvio e banale?
Io credo che nella realtà non sia del tutto chiaro un concetto fondamentale: strategia, canali e strumenti pur ottimi non sono sufficienti. Il valore di persone, beni e servizi, resta fondamentale. Dopo gli 8 secondi la valutazione cadrà sempre e comunque su quello.
Quando parliamo di impatto da generare sugli utenti dobbiamo considerare anche quello che riusciamo davvero a sostenere no?