La comunicazione che costa (troppo) poco

Se paghi poco è una spesa, se paghi tanto è un investimento

Capita a copywriter, digital strategist, brand storyteller, social media manager, ad esempio.

Capita che i Clienti non vogliano (possano) spendere più di un tot.

Spesso, diciamolo, ancora non hanno ben chiaro che quel tot è davvero una spesa, solo superandola farebbero un vero investimento. 

Cosa intendo?

Bisogna essere chiari. Per avere un reale ritorno, in termini di posizionamento e conversione, a chiunque (aziende, professionisti, personaggi pubblici, artisti, politici) servono azioni e contenuti importanti ed efficaci. Occorre una strategia, bisogna lavorare a un buon piano di comunicazione, ci vogliono competenze e scelte mirate.

La comunicazione che costa (troppo) poco, pur con tutta la buona volontà del professionista o del team di professionisti, spesso non può portare grandi risultati.

NON RENDE. È un’uscita di cassa che non è affatto detto che nel tempo generi entrate.

Basta riflettere qualche secondo. Rendersi visibili e credibili, veicolare valori e voce del brand in maniera attrattiva, emergere sulla concorrenza, persuadere il target, costruire relazioni solide con la Clientela, non è facile, non è veloce e non può essere a buon mercato.

Da professionista della comunicazione non smetterò mai di spiegarlo e ribadirlo. È sicuramente una questione di correttezza nei confronti del Cliente. Ma, aggiungo, anche di stimolo. Non è granché motivante impegnarsi in un incarico nel quale, nonostante energia e propositi, è difficile riporre autentica fiducia.

E no, non sono abituata a chiedere compensi stratosferici. Il punto è chi mi piace che i Clienti facciano investimenti fruttiferi.

Tu cosa ne pensi? Vuoi spendere o investire?

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