Lo spunto del perizoma è volutamente provocante?
No, possiamo tessere l’elogio anche del perizoma. In fondo è un esempio, solo un esempio. Ma, chissà, potrebbe essere uno spunto decisamente interessante. Già, perché l’elogio lo è, a prescindere dalla ragione che lo muova, dall’oggetto, dal sentimento, dal luogo che lo renda appassionato.
È una formula quasi magica, quella dell’elogio. Utilissima come allenamento per l’osservazione e l’esercizio di scrittura. E, a parer mio, molto molto molto gradevole come ‘format’ libro.
Ci sono illustri precedenti, in letteratura, a confortare il mio pensiero: l’Elogio della Follia, L’elogio della Gentilezza, L’elogio della Lentezza, L’elogio dell’Ozio, L’elogio della Fuga, L’elogio dell’Imperfezione, L’elogio dell’Inconscio, L’elogio del Rischio, L’elogio dell’Autorevolezza, L’elogio dell’Errore, L’elogio della Lamentela…e perfino L’elogio dell’Ignoranza. Eppure lo spazio è praticamente infinito e zeppo di punti da esplorare.
La scrittura intensa, il taglio ironico, lo stile leggiadro nell’Elogio trovano strepitose dimensioni di espressione e viaggio. Magari sensazioni e memorie molto intime o ricostruzioni storiche o analisi filosofiche o rivisitazioni briose. Pennellate sociali e psicologiche, risvolti culturali, elaborazioni umoristiche si mescolano al limite del romanzo o del saggio o del racconto introspettivo o della storia on the road.
Questione di approccio, di ambientazione, di verve, di senso. Un universo pronto a tutte le sfumature. Bella sfida, l’elogio. Sono pronta all’incarico come ghostwriter del prossimo Elogio!