Scordato: la nota giusta di Rocco Papaleo

Rocco Papaleo firma il suo quarto film da autore e regista.

Lo fa con “Scordato”, un insieme armonico di piccole scordature, una sorta di viaggio esistenziale, uno spaccato intimo e sociale ambientato in Basilicata.

Orlando (Rocco Papaleo), accordatore di pianoforti, vive tormentato dal mal di schiena e dalla memoria del passato incarnato nel suo fantasma vivente, l’Orlando ventenne interpretato dal bravissimo Simone Corbisiero.

Stordisce di canne i sensi e i rancori, ripiegato sulla rabbia e sul disincanto. Ha silenziato i ricordi che gli fanno male e si ritrova bloccato, irrisolto, ferito.

Il suo giovane alter ego piomba nelle sue giornate e lo smaschera: lo incalza, gli sbatte in faccia i sogni, i colori, l’ironia, l’allegria di un tempo che lui ha sepolto. E non è il solo, a indurlo a riavvolgere il nastro del tempo, a sciogliere i nodi, a perdonare e perdonarsi, a lasciar andare.

C’è infatti anche Olga (deliziosamente interpretata da Giorgia al suo debutto da attrice), fisioterapista che si accorge subito che quella che affligge Orlando è una contrattura “emotiva”. Olga chiede a Orlando una foto di quando era giovane perché deve confrontare le posture a distanza di anni. Naturalmente è un escamotage per spingerlo ad andare a Lauria, il suo paese natale, nella vecchia casa di famiglia.

I ricordi tornano a galla. E con loro le ragioni che hanno sfilacciato la felicità. Che hanno scordato la vita, come si scorda un pianoforte. Del resto in ciò che Orlando aveva ostinatamente rimosso per tirare avanti si era anche scordato di se stesso.

Succede. Succede che la vita ci rompa, si slabbri, ci divida dalle nostre parti più care. Succede di perdere di vista ciò che siamo stati. Succede di allontanarsi per poi capire che il cerchio si chiude soltanto là dove tutto è nato.

Orlando era uscito dal coro. E pure dalla poesia.

Perennemente fuori posto. Scordato.

E allora il life road movie di Papaleo diventa una ricerca della nota giusta.

Nel film di Rocco Papaleo c’è amore. Amore per Lauria, amore per la Basilicata.

E come tutti gli amori comprende le ambiguità, il disagio, la stizza, il dispiacere.

In effetti “Scordato” è percorso da una vena polemica, che denuncia una terra in ritardo culturale. Proprio in questo fastidio si avverte la forza dei sentimenti di Papaleo. Proprio nella realtà lucana diventa chiara e umana quella punta critica. Se tutte le mappe dell’anima scatenano ambivalenti sensazioni, la Basilicata – per chi la conosce – forse di più perché è luogo che talvolta seduce e abbandona insieme.

“Scordato” è un film malinconico e sofferto, a tratti lento e cupo come una geografia che sembra angosciare e annichilire. Soltanto quando Orlando ricompone il puzzle della sua storia, si riappacifica con la memoria, riguarda in faccia tutto ciò che è stato, ritrova la leggerezza del sorriso.

Amarognolo ma affettuoso, il quarto lavoro di Papaleo consegna in fondo una riflessione che tocca tutti. Riconciliarsi con la vita spesso passa attraverso l’accettazione della propria storia. Non si può scappare davvero. E, d’altra parte, si può trovare il momento per riprendere in mano ciò che abbiamo lasciato indietro.

Alla fine la poesia si infila sotto pelle e riprende la scena.

Questo è Rocco Papaleo: un timbro narrativo delicato. Non urla, si insinua come una possibilità.

Non so mai se il bene che gli voglio mi toglie un po’ di lucidità e di oggettività. Non so neanche se ora mi colpisce più che mai perché sono in cammino per recuperare le parti trascurate o negate di me. So però che mi ha commosso quel sentimento riparatore. Viviamo tra mille atti di sottile equilibrismo, no? Ecco, Papaleo li coglie. Stende il filo e ci cammina sopra, fino a Lauria, fino a oggi e forse fino a domani. Non fa spallucce, pensa si possa provare a capire e ad aggiustare. E magari svegliarsi dal torpore, quello che manda tutto in malora.

Siamo terribilmente umani. E Rocco Papaleo lo sa.

Il cast sembra parte compiuta del percorso, proprio integrato nei chiaroscuri di “Scordato”. Incluso il personaggio di Filippo Santarsiero (interpretato da Giuseppe Ragone) che strappa la risata ma è anche una gustosa e sagace chicca di costume.

Molto brava Angela Curri (che fa la parte di Rosanna, sorella di Orlando).

Nota di merito al Maestro Arturo Valiante (grande, Arturo!) che accompagna al pianoforte Giorgia in Stormy Weather. Dolcissimo l’esordio al cinema di Giorgia che si muove e recita con gioiosa disinvoltura.

Scordato: il rancore è inutile, il perdono è utile.

Un abbraccio a te Rocco, grazie per queste emozioni e buona vita a “Scordato”!

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