«Serve davvero un blog per fare personal branding?»
Questa è una domanda che mi sento rivolgere spesso dai miei clienti.
Sì, per fare personal branding un blog è utilissimo. Lo trovo addirittura, in moltissimi casi, la scelta e lo strumento più naturale.
Normalmente nessuno ne mette realmente in dubbio l’efficacia. I problemi sono connessi ai costi, ai tempi di gestione, alla difficoltà di produrre contenuti di qualità.
Perché?
Sostanzialmente perché i social negli anni scorsi hanno generato l’idea che fosse facile raccontarsi, promuovere la propria attività, fare storytelling aziendale. Gratuiti, accessibili e fluidi, facebook e instagram hanno visto proliferare una serie di “blogger senza blog”. Taluni, per capacità o congiunture favorevoli, hanno avuto successo e questo ha largamente diffuso speranze e leggerezza.
Se le prime sono comprensibili, la seconda si può pagare a caro prezzo.
Non è più tempo di risultati stratosferici in un baleno. La rete è zeppa di personaggi e di proposte. Ora è il momento di investire competenze e risorse, anche sui social (dove ormai è peraltro indispensabile pure organizzare buone campagne di sponsorizzazione). E, soprattutto, sui cari vecchi eccellenti blog.
Competenze e risorse, due parole chiave.
Le competenze sono necessarie, per fare personal branding e per aprire e curare un blog: non siamo agli esordi della rete e viviamo l’era delle conoscenze a portata di click quindi improvvisarsi esperti non è una soluzione brillante. Lo sono altrettanto le risorse, tanto in termini di idee e strategie che di budget, perché il sempre valido principio numerico ci dice che a fronte di una quantità enorme di competitors distinguersi ed emergere è veramente un’impresa ardua.
Il blog è un mezzo di comunicazione potenzialmente potentissimo.
Perfetto per un’azione di personal branding. Ideale per un lavoro solido e profondo di divulgazione e penetrazione.
Proprio per le sue qualità ha bisogno però di obiettivi forti e chiari, di un piano editoriale originale e ben definito, di un calendario di pubblicazioni al quale non transigere.
Il blog consente una narrazione puntuale e serrata. Altroché se contribuisce a trasmettere l’identità del brand! In definitiva il blog consente di farsi (ri)conoscere, di dare spessore al brand pensieri, valori, offerte, soluzioni.
Io ribadisco sempre, senza alcun timore d’essere noiosa, la questione di stile. E il blog può davvero esprimere il nostro stile. Chi siamo, di cosa ci occupiamo, cosa facciamo, che utilità o piacere o servizio possiamo offrire al lettore…ma soprattutto come. La nostra impronta è ciò che ci caratterizza, il blog ci aiuta a veicolarla e a farne appeal.
Tutto questo torna a competenze e risorse. Chiaro?