Per emotional branding si intende un approccio al marketing che mira a creare una connessione emotiva tra un marchio e i suoi clienti.
Invece di concentrarsi esclusivamente sugli aspetti funzionali del prodotto o servizio, l’emotional branding cerca di suscitare emozioni positive e creare un legame più profondo e duraturo con il cliente.
“Le persone non comprano prodotti e servizi,
ma relazioni, storie e magia” (Seth Godin)
Si parla, non a caso, di “marketing sensoriale”.
Più che ciò che il brand può dare o fare, in termini di cose o servizi, conta come il brand riesce a far sentire il Cliente.
L’attrazione è una questione di stato d’animo, di impulsi, di sintonie, di brividi.
Ecco che l’emotional branding riesce a:
Creare un legame emotivo
L’obiettivo è quello di far sentire il cliente vicino al marchio, stimolando emozioni come amore, fiducia, sicurezza e gratificazione.
Far leva sugli aspetti non razionali
L’emotional branding si concentra sui bisogni, sulle paure, sui desideri e sulle aspirazioni dei consumatori, anziché sui dati e le caratteristiche tecniche di questa o quella cosa.
Comunicare attraverso storie
L’uso di storytelling, ovvero il racconto di storie che coinvolgano il pubblico, può essere un efficace strumento per suscitare emozioni e creare un legame più forte con il brand.
Creare esperienze
L’offerta di esperienze coinvolgenti e memorabili può contribuire a rafforzare la connessione emotiva tra il brand e il cliente.
Utilizzare strumenti di marketing emozionale
Tra questi rientrano la pubblicità offline (come schermi LED), le strategie sui social media per condividere contenuti emotivi, la gestione delle customer experience per garantire una soddisfazione psicologica, la creazione di eventi e promozioni che suscitino emozioni e l’utilizzo di strategie di relazioni pubbliche per gestire le percezioni del pubblico, anche in caso di crisi.
L’emotional branding fa percepire e vivere il brand mettendo il Cliente al centro. Lo attira, lo stimola, lo seduce, lo appaga.

Può portare grandi vantaggi anche nel medio-lungo termine:
- Aumento della fedeltà del cliente:
Un legame emotivo può trasformare un cliente occasionale in un cliente fedele.
- Maggiore propensione all’acquisto:
Le emozioni influenzano le decisioni di acquisto, rendendo più probabile che un cliente scelga un marchio che lo fa stare bene, in cui si riconosce, che lo fa sentire privilegiato.
- Differenziazione rispetto alla concorrenza:
Un marchio che crea un legame emotivo con il cliente può distinguersi dalla concorrenza, che spesso si concentra sui aspetti funzionali dei prodotti.
- Migliore percezione del brand:
Un marchio che suscita emozioni positive può essere percepito in modo più positivo dai clienti, portando a una migliore reputazione.
L’emotional branding è comunicazione di valori, sollecitazione sensoriale, originalità espressiva. E molto altro. Presuppone ottima conoscenza del target, capacità di ispirare e veicolare messaggi mirati, scelta dei contenuti, degli strumenti, dei canali giusti per incontrare il pubblico, stile unico, tone of voice originale e di impatto.
Ordinaria amministrazione?
No, purtroppo molti brand continuano a comunicare in modo insufficiente, senza una strategia che studi e si connetta al target, concentrandosi soltanto sulle caratteristiche dei propri prodotti e servizi.
La comunicazione efficace e persuasiva non può invece trascurare l’emotional branding, lo storytelling che coinvolge, le leve psicologiche all’acquisto e alla scelta. Un brand deve sempre più conquistare e soddisfare bisogni emotivi.